La vodka è un distillato di fecola e polpa di patata e cereali ottenuto da almeno 3 distillazioni e filtrato su materiali diversi (carboni, polveri di diamante, farine fossili, ecc.). È considerata la bevanda alcolica tradizionale polacca e russa.
Tralasciando le sostanze responsabili dei sapori tipici di questa bevanda, la vodka è composta principalmente da acqua e alcool (etanolo) presente tra il 37,5 e il 60 percento in volume. Nella classica Vodka russa, il tasso di alcool presente deve essere vicino al 40 percento, numero attribuito dal famoso chimico russo Dimitri Mendeleev. La vodka viene utilizzata come base di molti cocktail popolari, come il Bloody Mary, il Sex on the Beach, il Bullshot e il Vodka Martini (chiamato anche Vodkamartini o Vodkatini).
Esistono anche bevande a base di vodka, tipicamente di gradazione alcolica notevolmente inferiore, prodotte con aromi di frutta (per esempio limone o melone).
Come si produce la vodka?
Per produrre una buona vodka, l’acqua viene demineralizzata allo scopo di eliminare elementi indesiderati. Si utilizzano cereali come frumento, segale ed altre granaglie che, come nella produzione della birra, devono essere maltati per scindere l’amido in monosaccaridi fermentiscibili.
I cereali vengono macinati e ridotti in farina; quest’ultima viene mescolata con acqua e bollita per qualche tempo. Infine viene separata la parte solida. La fermentazione consiste nell’aggiungere dei lieviti e da questa si ottiene un liquido molto simile alla birra.
Dopo un breve periodo di riposo vengono eseguite almeno 3 distillazioni: con questo processo si portano il grado alcolico e il livello aromatico alle soglie desiderate. Dalla prima distillazione si ottiene la brantowka (Wodka bruciata, 15°), dalla seconda la prostka (vodka rustica, 30°) e dalla terza l’okovita (acquavite, 70°).
Infine il distillato viene filtrato con materiali diversi (carbone attivo, polveri di diamante, farine fossili, ecc.) per eliminare sentori sgraditi: questo trattamento porta ad un prodotto neutro senza aromi caratteristici. Con successivi allungamenti di acqua (minerale oppure distillata) si ottiene la gradazione con la quale la vodka verrà messa in commercio.
In passato la patata ha svolto un ruolo importantissimo per la produzione della vodka, ma oggi è sempre meno utilizzata perchè occorrono grandi quantità di tuberi rispetto alla quantità di cereale. Va puntualizzato che un ruolo importantissimo è svolto dai lieviti selezionati impiegati.
Commercialmente le vodka possono essere distinte in due grandi categorie: le vodka pure e quelle aromatiche. In Russia e in Polonia viene bevuta generalmente pura ma nel resto del mondo la vodka è spesso utlizzato come ingrediente nella preparazione di long drink e cocktail. Nel 1994 sono stati spesi in russia l’ equivalente di 10 miliardi di dollari in vodka, per un totale di 15 litri a testa, includendo pure i bambini
Da segnalare per le sue proprietà organolettiche la vodka distillata dalle carrube, tipica della Russia del sud.
La Vodka è tra le bevande alcoliche più antiche e più bevute del mondo. La sua provenienza non può essere ricostruita con precisione, ma si pensa che sia da rintracciare nelle attuali Polonia e Russia.
Trae quindi le sue origini nell’Est Europa, dove si contendono la paternità del nome la Polonia e la Russia. La parola “vodka” è, in varie lingue slave, diminutivo dei termini corrispondenti all’italiano “acqua”, ad esempio in russo “вода” [voda], o in polacco woda, in analogia con l’italiano “acquavite” che, similmente, designa una bevanda che ha l’aspetto limpido e trasparente dell’acqua. Essa è apparsa scritta, per la prima volta, in Polonia nel 1405 in un registro di Sandomierz Court. Probabilmente si è voluto indicare con il nome di “acquetta” (con ironico eufemismo) un distillato leggero e pulito nel gusto, ma non certo nel grado alcolico, perché, come già accennato, alcune qualità di Vodka superano agevolmente anche i 50º alcolici. È poi interessante sapere che la vodka viene chiamata, nelle località dove si presume sia nata, con parole la cui radice significa “bruciare”, per esempio in polacco: gorzałka.
Nel 1520, nella sola Danzica in Polonia operavano già una sessantina di distillerie ufficiali, senza contare quelle clandestine. In Russia, nel 1649, lo Zar Alessio promulgò un codice imperiale per la produzione della Vodka; e all’inizio del XVIII secolo i nobili proprietari terrieri avevano l’autorizzazione per detenere un alambicco per piccole produzioni di consumo privato. Qui il termine Vodka (con significato moderno) venne scritto in un documento ufficiale risalente al regno dell’imperatrice Caterina II; il decreto, datato 8 giugno 1751, regolava la proprietà di alcune distillerie di vodka. Un’altra possibile origine del termine può essere trovata nelle cronache di Novgorod, dell’anno 1533, dove il termine “vodka” è stato utilizzato nel contesto di tinture alcoliche.
Oggi in Polonia e Russia sono migliaia le distillerie che producono questa bevanda. Si produce un’ottima vodka anche in quasi tutti i paesi dell’Est e del Nord Europa, i quali sono anche ottimi consumatori, con tradizioni che si tramandano da secoli. Nell’Europa Occidentale e nel Nord America la diffusione su larga scala ha invece una storia più recente. Essa raramente veniva bevuta al di fuori dell’Europa orientale prima del 1950 ma la sua popolarità fu estesa anche al Nuovo Mondo in seguito al dopoguerra francese. Nel 1975, negli Stati Uniti d’America, sorpassò le vendite del bourbon whiskey, fino ad allora il liquore più bevuto dalla popolazione americana. Anche se la vodka non appartiene alla cultura italiana, in questi ultimi anni è aumentata nel paese sia la produzione che il consumo della bevanda. Si può quindi ormai definire la Vodka una bevanda conosciuta e prodotta su scala mondiale.
Un luogo comune molto diffuso è quello di attribuire alla vodka una aurea di purezza, come se fosse il più puro degli alcolici, dovuta presumibilmente al suo aspetto limpido e cristallino.
La vodka può essere ottenuta da differenti materie prime ricche di zucchero o amido, come cereali e patate. I cereali, come nella produzione della birra, devono essere maltati per scindere l’amido in monosaccaridi fermentiscibili. Ciò avviene grazie all’azione delle amilasi le quali scinderanno anche gli zuccheri di altri vegetali presenti.
Una volta separata la parte solida si procede con la fermentazione ottenendo un liquido simile alla birra. Dopo un breve periodo di riposo vengono eseguite varie distillazioni: con questo processo si portano il grado alcolico e il livello aromatico alle soglie desiderate.
Infine si può filtrare il distillato utilizzando carbone attivo per eliminare sentori sgraditi, questo trattamento porta ad un prodotto neutro. Spesso, piuttosto che filtrare, si preferisce effettuare una distillazione più accurata per mantenere aromi caratteristici.
Con successivi allungamenti di acqua (piovana, distillata, o sorgiva) si ottiene la gradazione con la quale la vodka verrà messa in commercio
Tralasciando il contenuto alcolico, le vodka possono essere distinte in due grandi categorie: le vodka pure e quelle aromatiche.
Come si serve?
Due shot di vodka con limone
La vodka è un distillato che va bevuto liscio e freddo (ma non ghiacciata) per assaporarla meglio in tutta la sua pienezza, come ci insegnano nei paesi d’origine. Va servita nel classico bicchiere da vodka russo che non è a forma di provetta, come si usa scorrettamente, ma è un piccolo calice a pareti svasate, tale da consentire di bere il distillato non tutto di un fiato, ma in modo da dare la possibilità di assumerne insieme piccoli snack, vivande o un sorso d’acqua. È ottima anche nella preparazione di primi piatti italiani, come anche per cocktail e long drink. Riesce sempre ad unirsi al meglio con gli altri ingredienti senza mai prevalere, donando, alla bevuta, una piacevole armonia di gusto.
Essa può essere servita con la decorazione di una fettina di agrumi, od oliva, o ciliegina rossa. La tradizione slava preferisce l’accompagnamento con antipasti salati e verdure marinate, in particolare cetriolini.
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